Il WAGC per il turista

Indietro all'indice WAGC 2000

Questo percorso è pensato per i non giocatori di Go, a cui il torneo interessa probabilmente più come curiosità e che preferiranno concentrarsi sugli aspetti turistici del viaggio.

Giovedì 15 giugno

Come tutti i viaggi anche questo inizia con la fase più noiosa, il trasferimento in aereo. Da Malpensa a Tokyo ci vogliono 11 ore e mezza di aereo. Aggiungendoci tutti gli altri trasferimenti si arriva ad almeno 15 ore. Uff! Partendo alle nove di sera, venendo dritto dall'ufficio, quando arrivo a Tokyo mi ritrovo già nel giorno successivo.

Guardate un po' chi si riflette nella vetrata a Malpensa!
 

Venerdì 16 giugno

La navetta mi porta all'albergo della JAL vicino all'aeroporto. Gli alberghi giapponesi in stile occidentale sono tutti uguali, a meno di dettagli minimi. La camera è piccola e contiene un letto ad una piazza e mezzo, una scrivania, una televisione, un tavolino e un bagno che spesso è una struttura prefabbricata inserita nell'angolo della stanza dietro il letto. Il bagno ha sempre la vasca. I giapponesi fanno casomai a meno della doccia, ma non della vasca da bagno. A proposito di alberghi, se vi capita di passare per il Giappone andate in un albergo giapponese: risparmierete parecchio. Due anni fa pagai 8.400 Yen a notte una doppia (lo Yen era a 15 lire, bei tempi!). Se non è un albergo almeno un po' occidentalizzato trovate il WC giapponese, una specie di turca dove ci si deve accovacciare, ma accettabile. Come letti trovate i futon, equivalenti ad un nostro letto con doghe o asse di legno, ma collocato direttamente sul pavimento. Come dice un mio amico giapponese "così non si può cadere dal letto!"

Tornando a noi, ora siamo nel tardo pomeriggio, ma per me è tutto sommato mattina, pur dopo una nottataccia, così mi sente in forma e inizio a far conoscenza con gli altri giocatori che pian piano iniziano ad arrivare. Abbiamo una stanzetta ben nascosta dove riunirci per fare qualche partita a Go. Presto arrivano le otto di sera ed è il momento di cenare. Anche se l'organizzazione ci ha ben dotati di Yen i ristoranti all'albergo costano un occhio della testa, e così esco insieme a Roberto (Svizzera) e Hatime (Marocco) e seguendo le indicazioni di qualche giocatore europeo troviamo un supermercatino dove compriamo un po' di cibo locale. I giapponesi hanno delle belle confezioni a buon mercato di sushi, riso e altre cosette assortite che si possono mangiare fredde o riscaldate nel microonde del negozio.
 

Sabato 17 giugno

La giornata inizia con il trasferimento in pulmann da Tokyo a Sendai.
Anche di questo trasferimento non c'è molto da dire, se non che ci vogliono 5 ore con due soste e che, essendo in Giappone, giustamente ci fanno vedere il film di Godzilla uscito l'anno scorso in Italia.
Arrivato in albergo sistemo le mie cose in quella che sarà la mia casetta per quasi una settimana e scopro un WC robotizzato con bidet incluso. Ne avevo giusto visto uno in un video degli 883 girato per l'appunto in Giappone, ma una cosa è vederlo, un'altra è provarlo. Provatelo se vi capita!

Nel pomeriggio ci portano in una galleria commerciale a Sendai a giocare delle partite con i giocatori locali. Ci caricano sul pulman e ci fanno scendere davanti alla galleria. La gente, che ci stava aspettando, inizia ad applaudirci. Passiamo, come si suol dire, tra due ali di folla e arriviamo ai tavoli da gioco. Ognuno di noi ha il suo bravo cartellino con il nome traslitterato in giapponese e la bandiera della sua nazione. I locali li guardano per capire da dove veniamo e continuano ad applaudire. E' quasi imbarazzante. Questa è la prima esperienza del genere di questo viaggio, non sarà l'unica. Contraccambio gli applausi e dopo una breve presentazione inizio a giocare con il primo dei giocatori.

Il pulmann con Godzilla

Il WC robot con le manopole e i pulsanti

Domenica 18 giugno

A questo punto inizia la fase agonistica del viaggio, ma questa è raccontata in un altro capitolo. Al turista noterà le bancarelle che vendono materiale goistico (tra cui spiccano delle tavole da gioco da un milione di Yen - scontate - e un Manga imperniato sulle vicende di un ragazzino diventato amico del fantasma di un forte giocatore di Go del passato), la sala del torneo con tutte le bandiere e i tabelloni e la sala dove si tengono lezioni ai bambini e si gioca a Go su Internet contro giocatori che stanno da qualche altra parte del mondo.

Le tavole da gioco in vendita, da 20 mila a un milione di Yen, sconto del 30%! (1 Yen = 19 Lire)

La sala del torneo, pronta per la partita dell'amicizia con i giocatori locali

 Yasuda Sensei e Shigeno Sensei insegnano ai bambini, e anche agli adulti!

Partite a Go su Internet, con il server WWGo (per chi sa cos'è!)

Sicuramente al turista piacerà anche partecipare al buffet che segue la partita dell'amicizia, dove potrà assaggiare ogni leccornia giapponese. Certo che se non vi piace il pesce, o se non ve la cavate con il bastoncini, vi resteranno poche cose da gustare. Per quel che mi riguarda, dopo essermi fatto onore nella partita, ricambio facendo onore al buffet. Alla festa conosco più o meno tutti gli altri giocatori, e individuo quelli della mia forza, con cui presumibilmente giocherò nei giorni successivi. Tornati in albergo continuo a fare amicizia e gioco qualche partita, tanto per non perdere l'abitudine.

Il signor Ao, famoso per ospitare giocatori nella sua casa di Tokyo, e Soni, di New Delhi, una sorta di capodelegazione indiana.

Fred, forte e simpatico giocatore francese

In vestaglia, Herr Spiegl, "grosso" e forte giocatore austriaco, pericolosissimo ai banchetti, oltre che per il suo umorismo
 

Lunedì 19 giugno

Lunedì è il grande giorno. Inizia il torneo. Al turista i dettagli non interesseranno molto, e probabilmente sarà rimasto dormire in albergo. Io invece mi sono dovuto alzare alle sette, prima di quando vado a lavorare! Se più tardi il turista passerà potrà fare un giretto per i tavoli mentre le partite sono in corso o nella sala adiacente, dove dei giocatori professionisti commentano le partite dei giocatori e ci insegnano qualcosa.

Roilan (Cuba), Hatime (Marocco), Diane (Guatemala)

La televisione si aggira tra i tavoli

La sala pronta per l'inizio del torneo

Il celeberrimo Takemiya Masaki, una specie di Roberto Baggio del Go, commenta la prima partita di Hatime.
 
 

Martedì 20 e mercoledì 21 giugno

In questi giorni i turisti al seguito dei giocatori avranno sicuramente fatto tante cose, ma non i giocatori che normalmente sono impegnati almeno fin verso le sei di sera dalle due partite quotidiane e dalla voglia di giocare e imparare dai propri errori grazie ai commenti dei professionisti. Dopo quell'ora siamo liberi di aggirarci per le strade di Sendai alla ricerca di un sushi bar o qualsiasi altro posto per rifocillarci e fare un po' di vita. Dal punto di vista fotografico non posso però mostrare alcunché, così vi faccio vedere qualche altra foto presa dentro e fiori il sito del torneo.

Un'amichevole tra Soni e il rappresentante indiano

Sulla destra delle tavole da gioco, due personaggi famosi nel mondo del Go. Il primo, con i capelli bianchi, è John Power, mentre il secondo è James Davies. Sono qui in qualità di accompagnatori ed interpreti. Il giocatore in primo piano è Baris Efe, della Turchia.

Il palazzo del torneo. Sullo sfondo i grattacieli di Sendai.
 

Giovedì 22 giugno

E' l'ultimo giorno del torneo. Il Giappone dopo due secondi posti consecutivi riesce a mettere le mani sulla coppa. Non si può mancare alla cerimonia conclusiva in cui il vincitore riceve premi a non finire. Ricordo: il diploma di settimo dan e quello di ottavo (così, uno dopo l'altro), lettere di merito varie, tre o quattro coppe enormi e pesantissime che non saprà come trasportare e fare entrare in casa, applausi e strette di mano e, unica cosa veramente importate, l'enorme soddisfazione di aver vinto il titolo. Il vincitore, tutt'ora molto giovane, non passerà professionista: ha altri progetti per la vita.

Infine, applausi per tutti, gran banchetto finale in un ristorante giapponese dove ho cenato giusto di fronte a Takemiya (il Baggio del Go, ricordate?) e tutti in libertà fino a domani, dove la stettissima agenda degli impegni si reimpadronirà di noi.

Per la cronaca, il torneo si è chiuso positivamente anche per l'Italia. Con tre vittorie e cinque sconfitte ho superato il mio obiettivo di due successi e ho fatto quello che era umanamente possibile fare, visto che quasi tutti gli avversari erano più forti di me. Ho chiuso quarantatresimo su cinquantacinque partecipanti. Se vogliamo gasarci un po' (ehm...), diciamo trentasettesimo a pari merito (ci sono poi dei parametri "strani" per decidere chi è avanti e chi è indietro tra i giocatori a pari punti).

Il vincitore e la coppa più piccola che ha ricevuto, l'unica che possa sollevare con un certa facilità

Venerdì 23 giugno

Questa in Giappone è chiamata "stagione delle piogge". In realtà non piove tando quanto da noi in aprile e in maggio (almeno a Milano dove abito) però a quanto pare è quasi sempre nuvoloso e piovicchia leggero leggero quasi sempre. Visto che tutto il mondo è paese anche qua è stato bello tutta la settimana e ha iniziato a piovere oggi, quando si avvicina il week end. Nessun problema però: la pioggia è così leggera che infastidisce appena.

Questa mattina iniziamo la serie degli impegni di rappresentanza. Andiamo per prima cosa a visitare delle scuole. Ci dividono in due gruppi e il mio va nella scuola coreana di Sendai, dove assistiamo a una lezione di Go e giochiamo con gli studenti, dai 6 ai 18 anni. Anche qui, come a Sendai il primo giorno, accoglienza da star, con fiori e applausi per tutti. Scopriremo che siamo stati parecchio in televisione e così siamo ben conosciuti, almeno come partecipanti alla manifestazioni. Magari i primi classificati sono conosciuti anche di nome.
Tutti ci salutano mentre il pulmann lascia la scuola e noi ricambiamo da dietro i vetri. Ci capiterà spesso nei prossimi giorni.

Immagini degli studenti

La televisione ci segue!

Foto ricordo con i due giocatori coreani, quello del sud (terzo nel torneo) a sinistra e quello del nord (secondo) a destra

Tutti pronti per salutarci!

Dopo la scuola ci fermiamo a visitare una distilleria di sake. Ci spiegano il processo con cui viene prodotto, che più o meno mi ricordo, ma ovviamente non conosco i dettagli delle proporzioni degli ingredienti e delle temperature, salvo pochi casi. Dunque, per prima cosa si riempie d'acqua un grosso contenitore e la si fa scaldare. Nel frattempo si riempie di riso un contenitore più grosso ancora, che si appoggia sopra quello riempito d'acqua in modo da far scaldare il riso. Dopo un'ora circa il riso è bello caldo e una persona con dei bei stivali di gomma entra nel "pentolone" e inizia a spalarlo fuori dove verrà fatto raffreddare il più rapidamente possibile.
A questo punto il riso è pronto per l'inizio del processo di fermentazione, che avviene aggiungendovi fruttosio e lievito. Nella produzione del vino non è necessario aggiungere il fruttosio, perché l'uva ne contiene in abbondanza.
Il processo di fermentazione viene ripetuto quattro volte nell'arco di un mese. Poi si deve pastorizzare il sake per uccidere i lieviti. Ci spiegano che il processo di pastorizzazione ha questo nome perché è stato inventato da Louis Pasteur nel secolo scorso. In realtà in Giappone il procedimento è stato inventato quasi mille anni fa, ma non è mai diffuso oltremare, altrimenti ora si chiamerebbe con il nome giapponese che significa più o meno "passare nel fuoco" (se la memoria non mi tradisce). A questo punto il sake è pronto. Qui lo producono solo in inverno e lo vendono nel settembre successivo, così la distilleria è vuota. Ce ne fanno assaggiare un po' e ci regalano delle bottiglie da mezzo litro.

Segue il solito pranzo luculliano e poi andiamo a Shiroichi, che tradotto significa Pietrabianca (shiro = bianco, ichi = pietra). Esiste in Giappone anche Kuroichi (kuro = nero) e visto che a Go si gioca proprio con delle pietre bianche e nere i due paesi hanno pensato bene di organizzare delle partite tra squadre dei rispettivi giocatori. Shiroichi ha perso sempre! E pensare che nel Go le pietre bianche spettano al giocatore più forte...

Shiroichi si distingue per l'attenzione prestata nella conservazione del passato. Ha un castello medioevale ricostruito recentemente sul modello originale, la casa di un samurai restaurata, e alcune arti caratteristiche di cui i locali continuano la tradizione, come la costruzione delle bambole Kokeshi (ricordate la campagna pubblicitaria di Benetton un paio di anni fa?), della carta speciale per confezioni artistiche, delle danze tipiche e sicuramente qualcos'altro che mi sfugge.

La visita al castello è preceduta dalla proiezione di un film 3D sulle vicende connesse alla famiglia che governava la zona. La trama non è particolarmente importante, mentre è veramente notevole l'effetto di tridimensionalità ottenuto. E' rimasto famoso l'aneddoto degli spettatori dei primi film impauriti dall'immagine di una locomotiva che puntava direttamente su di loro. Bene, se credete di poter deridere impunemente quegli spettatori dovreste vedere l'effetto che fa un masso 3D che rimbalza giù da una montagna e sembra irrompere nella sala proprio sulle vostre teste. Io ero preparato, ma ho visto alcuni goisti muoversi per schivarlo! Per la cronaca, l'effetto di tridimensionalità in questo caso è ottenuto grazie a due proiezioni stereoscopiche con polarizzazione differente. Per vedere le immagini tridimensionali ci danno degli occhialini di cartone con lenti polarizzate differentemente, una per proiettore. Se si tolgono gli occhialini si vede la doppia immagine sullo schermo. Chiaro? (sì, no, forse...)

Dopo il film facciamo un salto nel museo storico di Shiroichi (al piano di sotto) dove tra le altre cose ci mostrano il goban usato nel 1996 (mi pare, dovrei controllare) per una partita del Kisei tra Cho Chikun e Kobayashi Satoru. Il Kisei è il più importante torneo di go giapponese con una borsa per il vincitore di parecchie centinaia di milioni. Quel goban, molto più costoso di quelli in vendita al torneo, è stato fatto apposta per quella partita e poi conservato nel museo.

Dopo la vistita al castello, che come scrivevo è stato appena ricostruito, andiamo a fare la conoscenza con la comunità goistica locale, con cui giocheremo delle partite a coppie domani. Anche qui, applausi e gran banchetto con ottimo sushi e sashimi. Ci stanno trattando proprio bene!

Il castello di Shiroichi

La città vista dal castello. Pur con 300.000 abitanti e alcune strutture modernissime sembra pur sempre una piccola cittadina di campagna. Probabilmente un buon posto per vivere.
 

Sabato 24 giugno

La mattina di sabato è dedicata alle arti. Andiamo al teatro tradizionale di Shiroichi dove per prima cosa assistiamo ad uno spettacolo musicale. Poi entriamo nell'edificio adiacente costruito appositamente per la cerimonia del the, a cui prendiamo parte. Per la cerimonia del the occorre un edificio costruito appositamente, o almeno una parte di esso, perché la stanza deve essere fatta in un certo modo (e non si può sgarrare) e deve dare su un giardino (anche quello costruito secondo certe regole). Apprendo che alla cerimonia del the si partecipa con spirito umile, e quindi tutto l'allestimento è molto semplice. I fiori e il giardino devono essere umidi, un effetto facile da ottenere quando piove come oggi!

Tre suonatrici di uno strumento a corde tradizionale giapponese, di cui non ricordo il nome

La stanza della cerimonia del the, il ragazzo nella foto è Say Boon NG, il rappresentante di Singapore, quinto classificato

Pablo Saez (Cile) cerca di imparare a suonare lo strumento giapponese

Iniziano le danze, ma purtroppo la luce non è buona per la mia macchinetta

   

Per sdebitarci insegniamo a giocare a Go alle danzatrici e ai bambini al seguito. Intendiamoci, non è che siamo monomaniaci: ce l'hanno chiesto loro, faceva parte del programma.

Alexis (Venezuela) al lavoro

Nel pomeriggio andiamo al White Cube, un centro multifunzionale (si dice così?) che contine palestre, piscine, un palazzetto dello sport, un museo d'arte moderna e non so quante altre cose. Qui dobbiamo fare due cose: dipingere una bambola kokeshi e giocare la partita a coppie con i giocatori locali. Come anticipavo le bambole kokeshi sono una specialità della zona. Sono di legno e sono essenzialmente composte da due pezzi: la testa, circa sferica, e il corpo, un cilindro più stretto della testa e alle volte rastremato per dare l'idea dei fianchi e della vita. Ce ne danno una a testa e il nostro compito è dipingerle. Un artigiano locale e la sua assistente ci preparano i colori e ci danno alcuni suggerimenti, in giapponese, ma si capisce benissimo. Ci mostrano anche delle bambole già fatte come modello. Grosso problema: che faccio? Decido di scomporre il problema in due: iniziamo a fare la faccia, poi pensiamo al corpo che è più difficile. Per la faccia mi vengono in mente i pasticci che alle volte faccio sulla carta, e aiutandomi con quella pratica ed ispirandomi al Giappone riesco a dipingere un volto da samurai abbastanza ben fatto. La fortuna dei principianti mi abbandona, e il corpo viene una mezza schifezza, comunque l'effetto totale è decente e potrò metterla in mostra a casa.

Finita la fase artistico figurativa, passiamo a quelle artistico ludica, con le partite a coppie. Per chi non se ne intende, una partita di Go a coppie si svolge con lo stesso alternarsi di una partita di ping pong a coppie: i due giocatori della stessa coppia fanno una mossa a testa, però non possono parlarsi. Ognuno dei giocatori in visita (noi) è accoppiato con un giocatore locale. "In questo modo", disse ieri il sindaco di Shiroichi, "questa volta la nostra squadra non perderà". Infatti vinceranno metà degli incontri e così per una volta pareggeranno lo scontro!

L'interno del White Cube. Lo sferoide sospeso è un ristorante.

Il museo in cima alla scalinata

José (Messico) e Shigeno Sensei dipingono la loro kokeshi

Altre mani all'opera. Notate il tornio su cui appoggia la kokeshi. Facendolo girare con il pennello appoggiato alla bambola si tracciano delle righe orizzontali su tutta la circonfenza, ma non è facile come sembra!

Questi invece sono gli scacchi giapponesi (shogi). A diffenza dei nostri scacchi i pezzi hanno tutti lo stesso colore perché possono essere rigiocati da chi li cattura. A distinguere i pezzi di un giocatore da quelli dell'altro è la direzione in cui puntano.
 

Domenica 25 giugno

Il programma prevedeva un giro per le montagne intorno a Shiroichi, ma la pioggia lo sconsiglia. Ci portano in un posto di cui non ricordo il nome dove potremo giocare ancora con i goisti locali. Il posto comunque è molto interessante essendo una sorta di museo del riciclo. Ci sono manufatti di vario genere realizzati, spesso dai bambini di Shiroichi, con materiali riciclati e una quantità di libri ammassati sulle tribune di quello che doveva essere il vecchio palazzo dello sport (prima del White Cube, ricordate?). I libri si possono semplicemente prendere e portare a casa: sono lì perché qualcuno se ne è disfato, per una ragione o per l'altra. Peccato che siano tutti in giapponese!

Il mostro delle lattine riciclate!
Ornamenti vari realizzati con i materiali più disparati
Si preparano i tavoli da gioco. Sullo sfondo le tribune con i libri e anche qualche bicicletta da portare a casa. In piedi in centro alla foto mentre guarda una partita di Go, il ragazzo malese che mi ha "maltrattato" nella prima partita del torneo e anche in qualche amichevole nei giorni scorsi.

Nel pomeriggio si sale in autobus e in serata rientriamo all'albergo a Tokyo Narita da cui eravamo partiti all'inizio del viaggio. Qui inizia la lunga cerimonia dei saluti e degli scambi di email, che si concluderà la mattina successiva quando andrò all'aeroporto per imbarcarmi per Malpensa.
 
 

Creative Commons License
Il contenuto di questo sito è protetto da una licenza Creative Commons.
This work is licensed under a Creative Commons License.