WAGC non è il nome di un robot dei cartoni animati, ma il World Amateur Go Championship, ossia il Campionato del Mondo di Go per dilettanti. Se state vedendo questa pagina è probabile che siate amici miei, e quindi probabilmente vi ho già tediato almeno una volta parlandovi di questo gioco, ma ho fatto delle eccezioni e quindi, con calma, più tardi, andate pure a vedere di che si tratta. Per ora restate qua.
Dunque, c'è un WAGC ogni anno e ogni anno l'Italia manda un giocatore a rappresentarla. Quest'anno, come avrete capito, l'onore è toccato a me, e così una sera di giugno esco dall'ufficio con la valigia in una mano e lo zaino con il PC portatile sulle spalle e mi dirigo verso l'aeroporto di Malpensa. Fortunatamente nello zaino ho anche la mia nuova Webcam Go (il nome è un caso, non è colpa mia) che pur non valendo una macchina fotografica mi permetterà di fare un bel po' di foto e di preparare queste pagine sul volo del ritorno.
Ho in mente di preparare due racconti. Uno, "il WAGC dal punto di vista del turista", è per chi non è particolarmente interessato al torneo e preferisce invece vedere quello che ci ruotava intorno, Giappone incluso. L'altro, "Il WAGC per i goisti", è per l'appunto per i fanatici del gioco, e solo di quello si parla. Il primo è già pronto, il secondo no, perché le batterie del PC non durano abbastanza da permettermi di fare anche quello qui, a 10.000 metri di quota in avvicinamento agli Urali.
Scegliete dunque la vostra strada:
Quando siete all'interno dei racconti ricordatevi di cliccare sulle foto che incontrete per vederle più grandi.E ora, per finire, un paio di considerazioni.
La prima, scontata, è che è stata un'esperienza molto
bella. Da un lato, passare sette giorni senza spendere una lira e soprattutto
senza aver nulla a cui pensare, perché c'è un'organizzazione
perfetta che si occupa di tutto, è qualcosa che non mi capitava
da che ero bambino. E' molto riposante, più che una vacanza come
le mie solite di viaggio. Dall'altro per un giocatore di Go non c'è
nulla di meglio, neppure il campionato europeo, che pure è una full
immersion di quindici giorni.
La seconda è che c'erano 55 giocatori di 55 nazioni (e territori!
come facevano notare sempre gli organizzatori, visto che Hong Kong e Singapore
sono ora pezzi di Cina, e Taiwan non si sa che sia). Provate a immaginare
una circostanza in cui vi possa capitare di avere intorno a voi gente di
così tanti posti diversi e provate anche a riflettere cosa possa
voler dire vedere tutte insieme persone che vengono da posti ricchi e da
posti dove la gente se la passa male o con cui noi, intesi come mondo occidentale,
non siamo in buoni rapporti. Penso per prima cosa a Corea del Nord, a Cuba
e alla Yugoslavia, ma se scorrete l'elenco dei partecipanti sul sito
del WAGC potrete completare la lista da soli. Soprattutto penso alla
Yugoslavia che finivamo di bombardare proprio un anno fa, la Yugoslavia
dove si era tenuto il campionato europeo a squadre di Go proprio il fine
settimana precedente all'inizio dei bombardamenti. Qualche giorno prima
dell'inizio della guerra, e un anno dopo, eccoci a giocare a Go con loro
come se niente fosse. E' insieme bello e agghiacciante. Ho avuto voglia
di chiedere qualcosa sui loro paesi a questi e ad altri giocatori, ma poi
sono stato zitto. Non so se ho fatto bene oppure no.
E ora, leggetevi i racconti!